Questa scusa asserisce – o almeno implicitamente crea il precedente perché si possa affermare - che sia lecito compiere un'azione che preveda conseguenze esplicite, dirette e significative con un impatto sulla vita altrui, senza aver ottenuto alcun consenso da chi le subisce, anche nel caso queste azioni fossero del tutto non necessarie. Praticamente afferma che l'obbligo di ottenere il consenso da una persona, svanisce nel momento in cui non c'é modo di poterglielo chiedere, ottenendolo o meno.
Analizziamo la procreazione concentrandoci sul concetto di “consenso”. Se una persona non procrea, non c'é alcun rischio di nuocere a quell'individuo che sarebbe, in caso contrario, portato ad esistere. Se una persona procrea, chi nasce corre il serio rischio di subire gravi danni (su cui, in molti casi, né l'individuo né chi lo ha generato può avere alcuna forma di controllo) e, la maggior parte delle volte, può abbandonare l'esistenza (rinunciarvi) solo a caro prezzo (tramite il suicidio, dato che la maggior parte delle persone non ha accesso all'eutanasia). Se non possiamo ottenere il consenso da un individuo a metterlo nelle condizioni espresse dal secondo caso (ovvero nella condizione di esistere, poiché é impossibile ottenere il consenso da un individuo non-nato), allora non dovremmo compiere un'azione che abbia ripercussioni su di esso (soprattutto quando l'alternativa non comporta alcun rischio di arrecargli danno). Chiunque di noi ha la libertà di rischiare di soffrire, ma far correre il medesimo rischio a un'altra persona, senza che sia necessario farlo (e avendo la possibilità di poterlo completamente evitare), non spetta a noi.
Quando si parla di consenso, il fatto che un individuo non esista é irrilevante, abbiamo la certezza che la procreazione (intesa come azione) darà luogo a esplicite, dirette e significative conseguenze che avranno un impatto su quest'ultimo. Alla luce di questo, abbiamo dei doveri nei suoi confronti, sia che esso esista o meno.
Inoltre, parliamoci chiaro, le persone che usano questa scusa sono le stesse che si preparano per mesi prima del parto ad accogliere la propria prole, proprio perché riconoscono di avere dei doveri nei suoi confronti, nonostante ancora non esista.